postmedia books 2015
144 pp. 99 ill.
isbn 9788874901449
19,00
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Questo libro si propone di colmare la mancanza di un approfondimento storico-critico sull'opera di un artista tra le più significative del panorama dell'arte italiana del secondo dopoguerra. I contributi raccolti nel volume gettano uno sguardo nuovo e trasversale sulla ricerca di Ketty La Rocca per restituire attraverso prospettive diverse e fonti documentarie inedite i molteplici ambiti d'interesse e i riferimenti culturali dell'artista, dalla linguistica, alla semiotica, all'antropologia. L'opera di Ketty La Rocca viene messa a confronto con il contesto artistico e culturale degli anni Sessanta e Settanta, analizzando in particolare il suo rapporto con la poesia visiva e il Gruppo 70, il suo particolare interesse per la fotografia, il video e le pratiche performative, e i suoi legami con la neoavanguardia e con il dibattito femminista italiano e internazionale.
Con saggi di: Silvia Bordini, Ada De Pirro, Elena Di Raddo, Francesca Gallo, Raffaella Perna, Lucilla Saccà.
Si tratta di un libro importante e ricco di inediti, che accoglie il bisogno di un approfondimento storico-critico sull'opera di un'artista tra le più interessanti del panorama dell'arte italiana di quegli anni. I saggi riflettono la nuova consapevolezza di una figura complessa – spesso isolata nelle sole ricerche verbo-visuali, che l'avevano tra l'altro impegnata solo due anni – mettendo in luce quella sincerità di atteggiamento e quella vena politica seria e libera da pregiudizi, che è alla base di tutto il percorso di La Rocca. Ancora più importante, l'insieme degli studi valorizza una modalità di intendere l'arte come possibilità per comprendere la realtà e agirla, senza farsi catturare dalle ideologie, che ha nutrito fin dalle origini il lavoro di quest'artista, costituendo uno dei suoi lasciti più importanti. [ Carlotta Sylos Calò, Doppiozero, Settembre 2016 ]
Nuovi studi su Ketty La Rocca, dalla poesia visiva alle craniologie.
Ketty La Rocca (1938-1976) è stata una figura vivida della transizione tra arte e comportamento, così come essa si è determinata in Italia dagli anni Sessanta. Dopo l'antologia degli scritti dell'artista curata da Lucilla Saccà presso Martano nel 2005, arriva ora una serie di saggi e contributi (testi di Ada De Pirro, Francesca Gallo, Raffaella Perna, Elena Di Raddo, Silvia Bordini, con una postfazione della stessa Saccà) per collocare il suo irriducibile discorso delle forme, portato avanti con rigore e non poca ironia, come si può verificare nei numerosi materiali dell'archivio, organizzato e gestito dal figlio Michelangelo Vasta.
[ Luca Scarlini, Il giornale dell'arte, Marzo 2016 ]
Gaetana (Ketty) La Rocca nasce a La Spezia il 14 luglio 1938 e si spegne a Firenze il 7 febbraio 1976. Le sue prime opere sono riconducibili all'interno della poetica della poesia visiva portata avanti negli anni Sessanta dal Gruppo 70 a Firenze. Successivamente l'artista si confrontò pionieristicamente con le tecniche espressive più avanzate della sua epoca, sul linguaggio del corpo e sul gesto arrivando a servirsi delle radiografie del suo cranio e della sua stessa grafia. La sua ricerca ultima, vicina all'arte concettuale, approdò alle Riduzioni in cui le immagini vengono ricondotte, per graduale trasfigurazione, a segni astratti.