Slittamenti Vol. 1

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Fallimento

 

 



Slittamenti della performance.
Volume 2. Anni 2000-2022
di Teresa Macrì



postmedia books 2022
306 pp. 102 ill.
formato 210x150mm 
isbn 9788874903405

s 24,00

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Con il secondo volume di Slittamenti della performance, l'autrice conclude l'analisi sulle storie della performance art iniziata con il primo libro. Quest'ultimo saggio è dedicato alla discontinuità attivata negli ultimi due decenni, in cui l'attitudine performatica, scavalcando l'ortodossia degli anni Settanta si è rigenerata grazie all'innesto della delegated performance e all'appropriazione dello spazio pubblico. Rivitalizzata da nuovi comportamenti e differenti metodologie, la performance contemporanea offre delle visioni del mondo che vengono declinate sia attraverso le mega-produzioni istituzionali sia attraverso forme indipendenti e svincolate. Esse si interpellano sulla complessità dell'esistente. In un'avvincente indagine, l'autrice analizza i paradigmi dei più importanti artisti internazionali come Tino Sehgal, Nico Vascellari, Cesare Viel, Vanessa Beecroft, Sissi, Alessio Bolzoni, Anne Imhof, Marcello Maloberti, Ragnar Kjartansson, John Bock, Francesco Arena, Enzo Umbaca, Jacopo Miliani, Jeremy Deller, Francis Alÿs, Marinella Senatore, Theaster Gates e Andreco.

Avevamo lasciato le mirabilia della performance, nella sua breve ed eccentrica storia e nei suoi infiniti slittamenti, tra spinte rivendicative, azioni autolesioniste e pulsioni psicotiche, quasi sempre ripiegate in logiche solipsistiche. Questi ultimi due decenni evidenziano un progressivo scatto reinventivo oltre ad un'altrettanto insperata attenzione (soprattutto istituzionale) per il medium performatico e marcano, in maniera netta e inconfutabile, la discontinuità che tale medium traccia col passato. Un solco concettuale e metodologico che vuole rendere malleabile il senso del sé e del mondo ed insinuarsi per trasformarlo. (dall'introduzione al libro)

Se nel primo volume dedicato a quarant'anni di mirabolanti performance del corpo (autolesionista, solipsistico, radicale, ansiogeno) la docente e critica d'arte Teresa Macrì aveva raccontato un teatro fisico della dissidenza, sempre in bilico fra l'obsolescenza del proprio destino e il desiderio di ibridazione così da poter ridisegnare a piacimento i confini biologici (un'utopia che, a volte, ha lambito il fallimento concettuale, oltre che politico), in questo secondo libro dedicato agli Slittamenti della performance Volume 2. Anni 2000-2022, Postmedia Books, pp. 306, euro 24) sotto i riflettori finiscono gli ultimi due decenni, testimoniando in molti casi un «lavoro in corso» dell'immaginario, che lascia aperte diverse possibilità di approdo. Nella nuova opera di Macrì non c'è nulla di archiviabile e, come avverte la stessa autrice, si procede passionalmente e in maniera fenomenologica – mai enciclopedica – privilegiando un désordre creativo senza imporre nessuna classificazione. D'altronde, sarebbe difficile proporre una tassidermia del presente. Presente che, pur fluido e in mutamento, da parte sua non nega alcune reti connettive, offrendo una direzione all'indagine dell'autrice, da cui ne originano, a cascata, molte altre.
(Arianna Di Genova, Il Manifesto, novembre 2022)

 

 


 

 

 

 

 

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Teresa Macrì è critica d'arte, scrittrice e docente. Si occupa di cultura visuale. Tra gli ultimi libri pubblicati: Io mi manifesto (Gli Ori, 2022); Slittamenti della performance, Vol.1, Anni 1960-2000 (Postmedia Books, 2020); Pensiero discordante (Postmedia Books, 2018), Fallimento (Postmedia Books, 2017), Politics/Poetics (Postmedia Books, 2014). Insegna Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di Belle Arti di Roma. Collabora al quotidiano  Il Manifesto.

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