postmedia books 2016
128 pp. 101 ill.
formato 146x192mm
isbn 9788874901746
16,00
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Questo libro propone una riflessione sulla figura della fotografa Paola Mattioli che col suo lavoro ha indagato i caratteri e le risorse del mezzo espressivo, senza perň indulgere in atteggiamenti freddamente concettuali o sterilmente formalistici, al contrario mettendosi nella condizione di sfruttarne appieno le caratteristiche, per formulare un giudizio visivo, una lettura critica del reale. Questo studio vuole mettere in evidenza come nel lavoro di Mattioli la ricerca sullo sguardo fotografico si coniughi sempre con un vivo interesse per istanze di natura sociale e politica, a partire dal femminismo, rispetto al quale il suo contributo č di grande spessore. Il ricco apparato iconografico del volume offre un ritratto per immagini di Mattioli che scorre parallelo all'analisi della sua produzione.
La personalità di Paola Mattioli si staglia con caratteri di originalità e al contempo di grande coerenza rispetto al contesto della cultura visiva italiana degli ultimi cinquant'anni, che ha attraversato con una produzione fotografica di qualità, cui si è dedicata ininterrottamente dal momento dell'esordio a oggi. Mattioli si è sempre e soltanto espressa attraverso il mezzo fotografico, un medium al quale si è avvicinata ancora studentessa, sullo scorcio degli anni Sessanta, e che ha praticato sempre con sensibilità, in un continuo approfondimento delle risorse espressive e linguistiche del mezzo. La sua ricerca si caratterizza per essersi sempre assestata su un registro che, distante dai toni e dagli intenti del fotoreportage, si è invece allineato alle questioni più interessanti che venivano proposte intorno all'immagine nell'alveo delle arti visive, concependo l'esercizio della fotografia come attività critica. Tale atteggiamento l'ha portata a interessarsi di questioni cogenti sul piano civile, sociale ed esistenziale... _ Cristina Casero
Paola Mattioli č nata a Milano nel 1948, ha studiato filosofia e si č laureata con una tesi sul linguaggio fotografico. Il ritratto, l'interrogazione sul vedere, il linguaggio, la differenza femminile, le grandi e le piccole storie (dall'Africa alla fonderia) sono i temi che affronta con uno sguardo lontano dal classico reportage, con "una sottile distanza" che mette in gioco con leggerezza e rigore. In ogni sua ricerca emerge la costante riflessione intorno al linguaggio fotografico e ai fenomeni della visione, la domanda sul senso del vedere e del fotografare: un tenace filo rosso che lega gli uni agli altri tutti i suoi lavori.
Tra le sue pubblicazioni: Ungaretti (1972); Ci vediamo mercoledě (1978); Donne irritanti (1995); Tre storie (2003); Regine d'Africa (2004); Fabbrico (2006); Dalmine (2008); Una sottile distanza (2008); Mémoires d'Afrique (2013).