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Realismo catastrofista
La fine del mondo è vicina: vedere per credere. Dai primi anni 2000, l'introduzione del concetto di "Antropocene" ha concentrato l'attenzione sulle tracce materialmente visibili (e distruttive) dell'attività umana sul pianeta, ponendo la possibilità di un'inversione di tendenza rispetto al collasso ambientale antropogenico in termini eminentemente visuali. Se in questo contesto le arti visive hanno naturalmente assunto un'importanza crescente, è stata soprattutto la fotografia, in virtù del potere testimoniale a cui è stata storicamente associata, ad accompagnare l'obiettivo di creare una rafforzata sensibilità ecologista con immagini altamente spettacolari e drammatiche dell'eco-disastro. Un'etica e una politica predicate sull'esigenza di una visualizzazione della catastrofe sollevano però alcune questioni: dove si colloca il confine tra l'estetizzazione dell'orrore e l'anestetizzazione del pubblico? Quali sono i ruoli e le responsabilità dell'artista, della spettatrice e dello spettatore? Che cosa è mostrato e cosa invece è deliberatamente omesso dalla rappresentazione dell'Epoca dell'Uomo? In un campo così complesso e controverso, questo libro ambisce a mettere a nudo il falso essenzialismo tanto dell'Antropocene quanto del discorso fotografico, per esporre e contestare lo sguardo sulla crisi climatica prescritto da un apparato di potere capitalista, patriarcale, occidentalocentrico ed ecocida. In Realismo catastrofista. Estetica, etica e politica della fotografia nell'Antropocene, Daniel Borselli analizza il ruolo della fotografia nel plasmare la nostra percezione della crisi climatica. In un'epoca in cui il collasso ambientale è reso visibile attraverso immagini spettacolari e drammatiche, il libro si interroga sui limiti e le implicazioni di questa estetizzazione della catastrofe: può la fotografia sensibilizzare il pubblico o rischia di anestetizzarlo? Cosa viene mostrato e cosa viene omesso nella narrazione visiva dell'Antropocene? Attraverso un'analisi critica delle dinamiche di potere che governano la rappresentazione dell'eco-disastro, Borselli svela come il sistema capitalistico, patriarcale e occidentale sfrutti l'apparente neutralità della fotografia per consolidare il proprio dominio, impedendo l'emergere di prospettive alternative. In prospettiva critica, Realismo catastrofista. Estetica, etica e politica della fotografia nell'Antropocene (Postmedia
Books 2024) pone così al centro il concetto di traccia, intesa non solo come segno visibile dell'impatto umano, ma
anche come costruzione culturale e ideologica. La fotografia nell'Antropocene si presenta come archivio autoevidente dell'intervento distruttivo dell'umanità sulla Terra, eppure questa stessa pretesa di oggettività si rivela fortemente
situata – stilisticamente, socialmente e geopoliticamente. Attraverso l'analisi di pratiche visive (che comprendono
lavori di Edward Burtynsky, Louis Helbig, Mishka Henner,
David Thomas Smith e Justin Brice Guariglia), il testo mette
in evidenza come le immagini che pretendono di rappresentare in maniera apparentemente neutrale l'universalità del
collasso riflettano invece una visione profondamente occidentalocentrica, mascolinista e capitalista. I paesaggi deturpati dall'attività antropica, ripresi da prospettive aeree o
satellitari, non solo estetizzano e astraggono la devastazione, ma spesso rafforzano logiche di dominio, distanziando
l'osservatore dalle realtà e dalle responsabilità locali.
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postmedia books |
Daniel Borselli (Firenze 1993), Ph.D. in Arti visive, performative, mediali presso l'Università di Bologna, è assegnista di ricerca presso l'Università degli Studi di Firenze, dove si occupa dei rapporti tra arte contemporanea, sfera pubblica ed ecologia. Oltre a numerosi articoli e saggi, ha pubblicato il libro Tristi tropi. Sulla possibilità di un'arte pubblica alla fine del mondo (Gli Ori, 2023) e co-curato i volumi Paradigmi del fotografico (Pendragon, 2022, con Claudio Marra) e Oltre la catastrofe. Ecologie, visualità e immaginari nelle arti contemporanee (Postmedia Books, 2024, con Arianna Casarini, Raffaella Perna, Roberto Pinto, Jannik Pra Levis). È membro di "GRASP – Gruppo di Ricerca Arte e Sfera Pubblica" (Università di Bologna) e ha co-fondato il workshop periodico e itinerante La fine e altri inizi, dedicato alle metodologie di indagine sull'arte contemporanea dal 1990. Nell'ottobre del 2022, ha vinto la prima edizione del Premio Scripta per la giovane critica d'arte.
Daniel Borselli | Realismo catastrofista | Postmedia Books 2024 |
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