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Dalla parte del Drago
Leggere queste quaranta puntate è stato un po' come guardare pitture, sculture, fotografie, installazioni, dal buco della serratura, ripensando ai duchampiani Étant donnés e al mistero che porta sempre con sé l'opera, come la porta di rue Larrey 11 a Parigi. D'altronde l'arte è esattamente quella porta che ci conduce al vasto spazio dove alberga la magica iscrizione Hic sunt dracones! Così, schierarsi dalla parte del drago significa disporsi nelle fila di chi vede il mondo con la lente dell'immaginario, il che non significa essere fuori dall'universo, ma avere la capacità di incontrare una prospettiva differente. Perché anche chi incontrò la prospettiva – attorno al 1420 – probabilmente possedeva quel certo non so che che gli aveva permesso di vedere di sbieco, au-delà. E, si badi bene, non si è mai trattato di tradire il reale, quanto di permettergli di vestire una forma che lo ponesse in maniera meno problematica rispetto all'umana percezione, addomesticandolo. Perché la realtà è una bestia non facile da sopportare. (dall'introduzione di Matteo Bergamini)
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postmedia books | Nicola Mafessoni è gallerista (Loom Gallery, Milano) e amante di libri (ben scritti). Convinto che l'arte sia sempre concettuale, tira le fila del suo studiare e scrive per ricordarle. Ha studiato storia dell'arte laureandosi alla triennale con una tesi su Las meninas di Diego Velázquez e alla specialistica con una tesi sulla fortuna critica del Caravaggio. Se ne facesse una terza sarebbe su Jonathan Monk, a cui deve la cover di questo libro. In passato ha lavorato con Massimo Minini (Brescia) e con Gregor Podnar (Berlino). Ha curato mostre e collaborato con giornali e riviste, ma un giorno, in una fiera a Londra, ha venduto un quadro appeso sottosopra e da allora ha cambiato punto di vista. Dal 1980 il suo quadro preferito è New York City I di Piet Mondrian. Ovviamente. | Compra questo libro insieme a Memento
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