Avanguardia di massa

L'involuzione

Francesco Lauretta



Memento
L'ossessione del visibile

di Pietro Gaglianò



postmedia books 2016
128 pp.
testi in italiano
isbn 9788874901470

s

16,00

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La cultura urbana contemporanea è stata espropriata dello spazio pubblico: si è verificato uno spostamento verso la comunicazione televisiva prima e web poi. Le relazioni spesso nascono e si sviluppano in un ambiente irrelato rispetto al contesto fisico, una dimensione molto funzionale alle dinamiche del capitalismo e della pressione sulle soggettività. La libera azione nello spazio pubblico, d'altro canto, subisce sempre maggiori restrizioni, nel nome della sicurezza, del decoro, di altri discorsi demagogici. In questo smembramento della cultura sociale il monumento tradizionale ha del tutto perso la sua funzione, diventando postumo rispetto a se stesso: così le opere di autori contemporanei nelle piazze non sono altro che "plop art", decorativa, cosmetica, incapace di produrre pensiero critico e ottimo per la brandizzazione delle città che si dichiarano di riqualificarsi con il contemporaneo. A questo si oppongono molte esperienze, tese alla creazione condivisa di senso, che hanno operato e operano secondo una revisione continua dei processi, degli alfabeti formali, degli esiti che l'arte può assumere quando precipita nella sfera pubblica.
[ Intervista con Francesca Biagini, luglio 2016 ]

 

Memento è una riflessione sulla criticità della memoria collettiva quando prende forma nello spazio pubblico come segno del controllo egemonico o come atto di resistenza. Dagli apparati del potere alle esperienze del contro-monumento, dalla pianificazione urbana al controllo tentacolare sul tempo nel postfordismo, si scopre nell'ossessione per il visibile l'orizzonte di confronto tra la capacità eversiva dell'arte e del pensiero critico e la colonizzazione dell'immaginario nella società dello spettacolo. Memento parte dal caso del mai compiuto monumento a Costanzo Ciano a Livorno, costeggiando l'estetica dei totalitarismi europei, e analizza alcune possibilità dell'arte internazionale negli ultimi trent'anni, fino alle più recenti sperimentazioni degli artisti italiani nell'approcciare la materia del potere, le sue forme, le sue narrazioni e le alternative, nella condivisione e nella partecipazione. Un approfondimento riguarda il legame tra la corruzione del linguaggio e il conformismo.

Memento is a reflection on the criticality of the collective memory that is shaped in public space as a sign of hegemonic control or of an act of resistance. From the apparatus of power to the expressions of the counter-monument, to urban planning, and to the tentacular control of the post-Fordist era, the obsession with the visible reveals the horizon of confrontation between the subversive capacity of art and critical thought and the colonization of the imagination in the society of the spectacle. Memento begins with the case of the never-completed monument to Costanzo Ciano in Livorno, touching on the aesthetic of European totalitarianisms, and analyzing several examples of international art from the past thirty years, concluding with a focused look at recent experimentation by Italian artists on the subject of power, its forms, its narratives, and its alternatives, through exchange and participation. The text also enters into an in-depth analysis of the connection between the corruption of language and conformism.

 

Il libro è un'operazione concettuale del suo autore e un esercizio di attenzione per tutti noi perché ci invita a riconoscere le forme dell'egemonia attraverso le immagini e ci invita a capire che il monumento nel suo sviluppo nei secoli, nel cambiamento di funzione e materie, è sempre un oggetto precario, eroso e riutilizzato. Sta agli artisti (e poi a noi) lavorare sulla soglia, usare il linguaggio simbolico dell'arte che eccede le strumentalizzazioni autoritarie di ogni epoca.
[ Daria Filardo _ Exibart ]



Memento
The Obsession with the Visible

english edition only
postmedia books 2020
126 pp.
isbn 9798692988485

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postmedia books

 

Pietro Gaglianò (1975) dopo la laurea in architettura ha approfondito il rapporto tra l'estetica del potere e le libertà individuali, prediligendo il contesto urbano e sociale come scena dei linguaggi contemporanei (con particolare attenzione ai sistemi teorici della performance). Cura progetti in Italia e all'estero e sperimenta formati ibridi, in cui esperienze pedagogiche si innestano sul modello tradizionale della mostra.

 



Ketty La Rocca