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Editoria e controcultura:
la storia dell'Ed.912
di Federica Boragina



postmedia books 2021
220 pp. 97 ill.
formato 216x140mm 
isbn 9788874903139

s

21,00

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Nella Milano della metà degli anni Sessanta, scenario di tensioni socio-politiche in cui emerge forte l'ambizione di sovvertire i modelli culturali vigenti, i poco più che ventenni Gianni-Emilio Simonetti, Gianni Sassi e Sergio Albergoni fondano l'Ed.912, una casa editrice che, in appena due anni, dal 1967 al 1969, dà vita a una pluralità di iniziative e progetti, fra cui riviste, manifesti, libri, oggetti e concerti Fluxus, che la rendono "la più grande casa editrice d'avanguardia in Italia". L'avventura dell'Ed.912 è breve e attraversata da contraddizioni, ma si rivela capace di registrare e riflettere, con assoluto anticipo, la progressiva trasformazione che in quel periodo interessa i territori dell'arte, sempre più influenzati e contaminati dalla nascente cultura alternativa. Si tratta di un mutamento radicale, che risponde alla necessità di una metamorfosi del lavoro culturale, da intendersi come un'azione concreta, reale, politica, lontana da speculazioni meramente teoriche ed estetiche. Con una nota in appendice di Gianni-Emilio Simonetti.

Nell'ambito delle iniziative e delle pubblicazioni dedicate all'intrecciarsi di vicende artistiche e impegno politico in Italia a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, vale la pensa segnalare l'uscita del saggio di Federica Boragina, Editoria e controcultura: la storia dell'Ed.912, (posmedia books, 2021), dedicato all'importante esperienza editoriale milanese che ha preso il via negli anni Sessanta... Il volume di Boragina si apre ricostruendo l'ambiente artistico-culturale milanese che farà da premessa all'esperienza della casa editrice Ed.912 a partire dalla mostra organizzata da Daniela Palazzoli e Gianni-Emilio Simonetti nel 1964 Gesto e Segno presso la galleria Blu di Milano – incipit dell'avventura Fluxus italiana – e dall'esperienza della East 128 di Fernanda Pivano ed Ettore Sottsass dei primi anni Sessanta – a cavallo tra Palo Alto in California e la città meneghina –, passando poi dalla breve stagione della rivista Pianeta Fresco e poi di Mondo Beat, che non mancò di scagliarsi apertamente contro Pivano e Feltrinelli accusati, nel loro agire all'interno dell'industria culturale, di banalizzare, quando non di commercializzare, la protesta giovanile.
_Gioacchino Toni, Carmilla, 16 Marzo 2022

 


 

 

 

 

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Federica Boragina (1986), dottore in ricerca in Storia dell'arte contemporanea all'Università di Torino, è attualmente professore a contratto di Storia della Videoarte presso l'università Cattolica di Milano, dove si è laureata e specializzata, e come editor presso Electa. Dal 2009, con Giulia Brivio, ha fondato lo Studio Boîte, realtà dedicata all'editoria d'artista sperimentale. I suoi studi riguardano la scena artistica italiana del secondo dopoguerra, la cultura underground e l'editoria d'arte. Ha pubblicato Fabio Mauri. Che cosa è, se è, l'ideologia nell'arte (Rubattino, 2012); Interno domestico. Mostre in appartamento (Fortino Editions, 2013) e numerosi articoli relativi alle ricerche artistiche fra gli anni Sessanta e Settanta.

 

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