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New York era piena di zigomi
Tratto da un storia vera (al 99%) dove si narrano le tragicomiche avventure di un artista italiano alla ricerca del successo a New York. Conseguito l'iniziale riconoscimento in Italia, il ventenne protagonista approda nella grande mela per la consacrazione internazionale. Qui viene tuttavia coinvolto in fatti che poco hanno a che fare con l'arte e che contribuiranno a fare di lui una persona nuova. Al centro di questa graphic novel - disegnata a biro Bic - c'è la scoperta di se stessi, la fame di futuro, il mistero del sesso, dell'amore e della morte visti con gli occhi di un giovane sognatore. C'è anche la consapevolezza che comunque vada l'importante è che sia andata bene. «Quello che racconto – spiega l'artista – è nient'altro che la mia esperienza. Ho vissuto per lunghi periodi a New York, la città dei musei d'arte contemporanea e delle gallerie più importanti del mondo nelle quali io volevo essere protagonista. Un'avventura che ho iniziato senza progetti precisi, armato solo di curiosità e sogni. Vista ora, dalle nostre prigioni domestiche attuali, sembra un documento da un'altra epoca. Ma voglio vederlo anche come atto d'amore e di speranza verso quello che l'uomo ha sempre fatto: muoversi, incontrarsi, creare». (Luca Tavecchio, Il Giorno, 26 genn. 2021) Ciò che può interessare più i fumettofili che gli art addicts è appunto, come da consegna, l'approccio di un non-fumettaro alla realizzazione di un graphic novel degno di tanto nome. La prima
cosa che si nota è una certa non- curanza per il "bel disegno", qui realizzato sveltamente a penna
biro: caratteristica che però un tempo era quasi indispensabile e
oggi non appare esserlo proprio più, a livello internazionale. Ma
il secondo dato, che si assorbe
man mano addentrandosi nella lettura, è viceversa la disinvol-
ta padronanza delle tecniche narrative fumettistiche da parte dell'autore. Gabriele Picco usa la pagina come unità d'espressione
con una certa libertà, ma anche
con una certa sicurezza nella scelta di tempi e modi espressivi. Se poi ci aggiungiamo che la narrazione è frizzante, piena di accadimenti intriganti e sempre briosamente autoironica, be', forse si può addirittura cominciare a prevedere una nuova categoria di fumetti contemporanei: accanto ai fumettari "professionisti" anche quelli "dilettanti" possono offrire un ventaglio di
soddisfazioni inedite.
«New York era piena di zigomi» (Postmedia Books, fresco d'uscita) è la storia vera «al 99 per
cento» di Picco che diventa
«una persona nuova» praticando uno slalom scanzonato
fra amore e morte, sesso sorridente e senso delle cose, sempre cosciente di ciò che conta
davvero: l'importante è che vada (che sia andata) bene.
Gabriele si disegna la vita a
biro Bic, ammantando di leggerezza temi esistenziali e un
curriculum super: New York
per lui è stata innanzitutto il
Premio vinto targato ministero degli Affari esteri...
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postmedia books | Gabriele Picco è nato a Brescia nel 1974. E' conosciuto come artista visivo e scrittore, ha esposto disegni, dipinti e sculture in spazi privati e musei in Italia e all'estero. Ha vinto diversi premi e borse di studio tra i quali il Premio New York con il Ministero degli affari esteri, il Premio Michetti e il Premio Alinovi. E' presente con i suoi lavori in importanti collezioni tra le quali il MoMa e The Robert Lehman Foundation (New York) e la Montblanc collection (Amburgo, Germania). Ha già pubblicato due romanzi: Aureole in cerca di santi (Ponte alle Grazie, 2002) e Cosa ti cade dagli occhi (Mondadori, 2010), tradotto in spagnolo, in portoghese e in catalano e vincitore del Premio Viadana giovani 2011. Per La lettura del Corriere della Sera ha pubblicato il graphic novel "Il premio Nobel del silenzio". Per approfondimenti: www.gabrielepicco.com |
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Gabriele Picco | New York era piena di zigomi | Postmedia Books 2021