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Franco Vaccari

Lea Vergine

Sartoria editoriale

 



Indisciplinata+
di Manuela Piccolo

 



postmedia books 2020
110 pp. 75 ill.
formato 210x140mm 
isbn 9788874902644

s 12,00

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Per Manuela Piccolo questo è il tentativo di tracciare una teoria dell'indisciplina, scardinando la logica del termine, scavandone le radici e coinvolgendo artisti e critici, personalità all'interno del sistema italiano dell'arte. Individui consapevoli che le strategie artistiche debbano lasciare spazio alle strategie concettuali. Le interviste semi-strutturate nel libro sono quelle di Franco Vaccari, Premiata Ditta, Armando Marrocco, Cesare Pietroiusti, e Lea Vergine, sin dall'inizio punto di riferimento con il suo lavoro sugli eccentrici. Per Pippa Bacca e Giuseppe Chiari il racconto è stato elaborato su testimonianze. La somma delle esperienze raccolte, composta dai concetti espressi e delle interviste svolte, vuole creare una cornice teorica che cerca di destabilizzare e poi riabilitare i rapporti tra sistema dell'arte, pratiche artistiche e forme di attivismo socio-culturale-politico. Non è attraverso la poetica degli artisti contemporanei che si può pretendere di capire cosa succede all'interno del sistema dell'arte. Piuttosto bisogna osservare la complessità dei rapporti indisciplinati esistenti: Artista\Opera. Artista\Luogo. Luogo\Opera. Artista\ Istituzioni. Questo è il sesto titolo della collana Sartoria editoriale.

C'è però un tratto comune che vorrei sottolineare e che arricchisce di significato l'idea stessa di indisciplina: tutti gli artisti considerati rifiutano per prima cosa il ruolo da sempre loro assegnato, appunto, dalla disciplina: al di là delle scelte espressive, essere artista secondo la tradizione significa incarnare un'idea prometeica delle proprie facoltà creatrici tale da rasentare l'ardua posizione del genio (vedi Kant), con i correlati classici di unicità e grandezza.
[ Giorgio Verzotti ]

È la storia della "inter-trans-poli-disciplinarità" come la definisce Edgard Morin nell'Elogio dell'interdisciplinarità. Il momento storico in cui ci troviamo è frenetico, gli impulsi che riceviamo sono molti, troppi. Le frontiere disciplinari si sono prima crepate e poi rotte del tutto, le abbiamo viste sgretolarsi ed è necessario oggi provare a ridefinirle. Oppure, la visione della stessa storia che se ne può avere è di un sistema organico che ha avviato degli scambi e delle cooperazioni tra i vari ambiti del sapere, come a voler ecologizzare le discipline stesse.
[ Manuela Piccolo ]

È lo spostamento in sé che definisce l'artista, non il risultato che ottieni: il risultato può essere qualsiasi cosa. La libertà sta nello spostamento, nel riuscire continuamente muoversi dalle gabbie disciplinari e dalle grammatiche e dalle sintassi imposte da certi linguaggi. Per esempio, se io sono pittore divento artista nel momento in cui disimparo a dipingere in modo tecnico ed utilizzo la tecnica come strumento per un progetto più ampio, che la comprenda come elemento. È questo allargamento di campi che rende l'artista tale, secondo me. Io lavoro in ambiti che possono avere a che fare con la psichiatria e con la sociologia, il mio essere artista non sta nel saper far bene quella determinata cosa, ma nel fatto di saperla usare all'interno di un progetto più ampio, come un continuamente sfuggire alla definizione. Sfuggire alla definizione secondo me è la libertà, sostanzialmente.
[ Cesare Pietroiusti ]


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

postmedia books

Manuela Piccolo (vive e lavora tra Milano e Palermo) organizza, gestisce e sviluppa progetti artistici e culturali. E' laureata in Architettura al Politecnico di Torino e in Arti Visive e Studi Curatoriali alla NABA, Milano. Ha partecipato a corsi di fotografia e ha conseguito un master in Digital Specialist al Sole 24Ore BS. Ricerca strumenti provenienti da varie discipline, è interessata alla realizzazione di strategie di comunicazione e valorizzazione del patrimonio culturale. Attenta ai dettagli, attratta dalla critica e dalle connessioni opera/spazio/pubblico, volge l'attenzione all'atto creativo, all'atto gestuale, al rapporto con la materia e con il tempo dell'azione proprio dell'arte. Nel 2019 co-fonda l'Associazione Studi e Spazi Festival con la quale organizza il Festival Walk-In Studio, che coinvolge artisti attivi Milano che aprono i loro studi per mostre ed eventi con altri autori, creando un grande circuito di scambio e di stimoli. Nel 2019 ha collaborato come Assistente Esecutivo con ADC – Agenziadelcontemporaneo e con la rivista FlashArt.

Sartoria editoriale è un nuovo spazio aperto al pubblico dal novembre del 2019, è un iniziativa dell'associazione culturale ArtCityLab. Dal 2015 ArtCityLab Onlus/ETS cerca di far interagire attori privati e istituzioni pubbliche interessate alla produzione di format alternativi alle tradizionali pratiche e politiche culturali. ArtCityLab riporta nello spazio pubblico tradizionale molti di quegli stimoli innovativi che ormai siamo abituati a vedere sul Web, restituendo un idea più coinvolgente della cultura e riproponendo nel contesto urbano una fruizione aperta a chiunque dei fenomeni culturali: stimoli veri di una produzione culturale che cambia radicalmente rispetto al vecchio panorama mediale e salvaguarda ciò che abitualmente definiamo "bene comune". Tra i numerosi eventi ricordiamo: l'installazione Riflessioni riflesse di Paolo Masi a Piazza San Fedele (ottobre 2016); il convegno Arte Fuori dall'Arte all'Università Cattolica di Milano (ottobre 2016); l'installazione di Sophie Usunier, I would so much like that you remembered (novembre 2017- gennaio 2018) nella sede dell'ASP Golgi-Redaelli; la collettiva AndarXporte (ottobre-dicembre 2017), in collaborazione con l'ASP Golgi-Redaelli grazie alla quale viene aperto alla cittadinanza Palazzo Archinto e, infine, la grande esposizione BienNoLo.



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