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Thothality
Thothality, che pone ancora l'aspirazione della letteratura a una rappresentazione totalitaria del mondo, o dell'esperienza del mondo, sotto il segno di Thot/Hermes, il dio egizio del sapere e della magia, non è tanto una raccolta di analisi letterarie quanto il regesto del graduale deperimento della scrittura poetica come percepito dall'autore negli ultimi sessant'anni. Iniziando con Pier Paolo Pasolini e terminando con Emilio Villa, i testi di Thothality sono divisi in quattro sezioni corrispondenti rispettivamente agli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta, e il primo decennio del 2000. Gli anni Cinquanta riportano per Diacono la letteratura, con Samuel Beckett, a una visione d'avanguardia, mentre in quel decennio essa si era bloccata in Italia, con l'eccezione di Emilio Villa, nelle problematiche marxiste. Con gli anni Sessanta e Settanta la pratica della letteratura si dissolve gradualmente nella radicalità di una scrittura iperlinguistica che evolve, alla fine del decennio, in opere post-verbali. È su queste tematiche che si concentra la parte centrale ed essenziale del libro. "Il sistema della letteratura quale lo fornisce ancora l'oggetto dell'analisi letteraria, da Jacobson a Eco da Derrida a Bloom da Sollers a Sanguineti, è un sistema ormai chiuso/concluso, o magari solo relegato dalla sua insufficienza interna a sistema scolastico dalla scrittura visuale e oggettuale. Le tavole parolibere di Marinetti, i calligrammi di Apollinaire, le poesie-oggetto di Breton, il plurilinguismo di Finnegans Wake, le prose-oggetto di Cornell hanno prodotto un salto nella forma della letteratura che il sistema non ha assorbito. Però è accaduto che tutti e due i sistemi, il vecchio verbale-sintattico e il nuovo visuale-oggettuale, appaiono oggi avere parallelamente esaurito la vitalità dei propri impulsi e l'inevitabilità della propria forma: il mancato assorbimento di ciascuno dei due sistemi nell'altro li ha impoveriti entrambi, spogliati di impeto temporale: di progresso".
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postmedia books | Mario Diacono, nato a Roma nel 1930, ha insegnato in Italia e negli Stati Uniti dal 1957 al 1976. Dal 1977 al 2007 ha avuto una galleria in diverse città: Bologna, Roma, Boston, New York, di nuovo Boston. I testi da lui scritti per le mostre presentate nella sua galleria sono raccolti in Verso una nuova iconografia (1984), Iconography and Archetypes (2010), Archetypes and Historicity (2012), KA. Da Kounellis ad Acconci (2013). Ha pubblicato inoltre Vito Acconci/Dal testo-azione al corpo come testo, 1975.
Collezione Maramotti - Conversation Mario Diacono and Bob Nickas | april 2015 |
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