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Thothality

 

 



Artisti di carta
Territori di confine tra arte e letteratura

Roberto Pinto



postmedia books 2016
216 pp.
formato 145x208mm
isbn 9788874901722

19,00

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L'ultimo libro di Roberto Pinto offre al lettore un inedito punto di vista sui rapporti tra l'arte visiva e la letteratura. Uno sguardo particolare perché qui viene fatta luce su quelli che l'autore definisce come "artisti di carta": ossia sugli artisti e sulle opere d'arte inventati dagli scrittori contemporanei.
__Lucilla Meloni, Unclosed.eu, aprile 2017

Recentemente sono usciti numerosi romanzi in cui l'arte, in particolare quella contemporanea, riveste un ruolo importante e molti scrittori considerano i fenomeni artistici un espressione culturale particolarmente adatta a mostrare la complessità e la problematicità della società attuale. La coincidenza tra opera e il proprio vissuto, il problema dell'autorialità e dell'identità, l'attenzione ai conflitti e alle dinamiche culturali e politiche, sollevati da opere d'arte e dalla loro esposizione — accanto alla dipendenza dalle dinamiche del mercato così come dai fenomeni dell'ipertrofia e del gigantismo che troviamo diffuse nell'arte degli ultimi anni — incarnano, agli occhi degli scrittori, delle perfette metafore del nostro mondo.
Nei romanzi sono stati descritti opere e artisti; e il mondo dell'arte è stato scelto come un luogo particolarmente interessante in cui ambientare le proprie storie. Inoltre gli scrittori, aspetto nient'affatto trascurabile, hanno contribuito a inventare arte e immagini. L'arte è fatta di minuzie, di nessi tra le cose, di giochi metalinguistici, di allusioni e di emozioni, di ricordi e di impressioni. È la sua storia e il racconto che ne facciamo professionalmente, ma l'arte è anche fatta dalle persone che la pensano, la costruiscono, ne parlano e vivono per essa. [...] Un altro dei principali obiettivi del mio lavoro è stato affrontare quel fertile campo di sperimentazione rappresentato dagli scambi e dalle aree comuni che si creano tra le due discipline, quelle interferenze e ibridazioni che hanno permesso dei passaggi di ruolo tra artista e scrittore, come avviene nel Museo dell'Innocenza di Orhan Pamuk (2008) o, in modo meno evidente ma non meno significativo, in alcune collaborazioni, come quelle tra Sophie Calle e Paul Auster o sempre tra l'artista francese ed Enrique Vila-Matas
__Roberto Pinto


Quelli al confine tra arte e letteratura sono territori da sempre esplorati dalla critica: d'altronde, lo spazio di indagine è indubbiamente ampio e fertile di spunti. Eppure spesso si cerca di tenere le distanze dall'evidenza di questo connubio, come se qualsiasi ammissione di interferenza possa in qualche modo svalutare la purezza di una o dell'altra disciplina; e, spesso, sono proprio i critici d'arte a cadere in questo errore. Nel suo libro Artisti di carta edito Postmedia Books, Roberto Pinto, critico d'arte e docente di Storia dell'arte contemporanea presso l'Università di Bologna, cerca di abbattere ogni sorta di timore, mostrandoci le prove evidenti della vitalità di questi interscambi; e lo fa approcciando la questione da un punto di vista, se non inedito, certamente caratteristico e inusuale.
__Stefano D’Alessandro, Il giornale dell'arte, marzo 2017

Una ricerca del genere naturalmente soddisfa una serie di obiettivi: da essa si può infatti desumere "come viene percepita l'arte contemporanea dal mondo della cultura", e questo stesso osservatorio particolare permette di "restituire aspetti dell'arte contemporanea che gli apporti storici non sono in grado di far emergere completamente o che, per loro natura, non rappresentano obiettivi di studio prioritari".
__Marco Enrico Giacomelli, Artribune, ottobre 2017

Fra gli autori e gli artisti che in questa prospettiva vengono approfonditi, un capitolo è dedicato a Don DeLillo, certo uno dei più prolifici in tal senso; un altro capitolo a Sophie Calle; appaiono infine Siri Hustvedt e naturalmente Orhan Pamuk. Il caso di Sophie Calle risulta particolarmente interessante, intanto per l'abitudine dell'artista francese di affiancare dei testi alle sue creazioni, insomma le narrazioni alle immagini, e poi – nell'altra direzione – per le interazioni ch'ella ha avuto, per esempio, con Paul Auster ed Enrique Vila-Matas (peraltro, un bellissimo disegno dello scrittore spagnolo è riprodotto nella copertina di questo volume).
__Luigi Vergallo, Gli Stati Generali, ottobre 2017

Artisti di carta è un approfondito studio sulla percezione e sull'universalità dell'arte anche attraverso la mediazione del testo. Il romanzo può essere considerato una variazione artistica? Le opere di carta possono essere esaminate come fossero reali? La serietà e la precisione dimostrate dall'autore nell'analisi dei suoi oggetti di studio portano il lettore a pensare che queste siano le domande centrali del libro. Nel rispondervi, Pinto non nasconde la sua profonda passione, gioia e curiosità per l'arte, né formula giudizi di valore: le opere di carta sono belle, brutte, efficaci, disturbanti come quelle vere esposte nei musei, nelle gallerie e nelle biennali in giro per il mondo.
__Cecilia Guida, Alfabeta2, giugno 2017



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postmedia books 2017
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_ L'artista come personaggio
_ Troppo bello per essere vero. I falsi quadri, i falsi artisti
_ L'arte tra provocazione e ipertrofismo
_ Nella testa e nel corpo dell'artista. I romanzi di De Lillo
_ Dall'arte alla letteratura. Andata e ritorno. Sophie Calle e i suoi amici scrittori
_ Quello che ho amato. La lettura critica di Siri Hustvedt
_ Orhan Pamuk: lo scrittore è un pittore. Il museo dell'innocenza

Roberto Pinto (Roma 1963) è teorico dell'arte e curatore, i cui temi di ricerca sono l'arte pubblica, il dialogo interculturale e tra le arti, la storia delle mostre. Dalla fine del 1988 al 1995 lavora presso Flash Art, prima come redattore e in seguito, come caporedattore. Tra le mostre curate ricordiamo: Subway, 1998 Milano; Arte all'arte 2000; Transform (con De Cecco), 2001, Trieste; Short Stories, 2001, Milano; Americas Remixed, 2002 Milano; Dimensione Follia, 2004 Galleria Civica di Trento; Spazi Atti (con Martin), 2004 PAC, Milano; Confini (curata con Cincinelli e Collu) Museo Provinciale Nuoro 2006. Ha curato le otto edizioni del ciclo di incontri sull'arte contemporanea La generazione delle immagini. È stato curatore alla V Biennale di Gwangju, Corea (2004) e alla Terza Biennale di Tirana (2005). È stato curatore presso la Fondazione Ratti di Como. È curatore del progetto di arte pubblica ArtLine per il Comune di Milano. Tra i saggi pubblicati ricordiamo: Lucy Orta, Phaidon, London 2003, Nuove Geografie Artistiche. Le mostre al tempo della globalizzazione, Postmedia Books, Milano 2012, Artisti di carta. Territori di confine tra arte e letteratura, Postmedia Books, Milano 2016. Ha insegnato presso l'Università di Trento e l'Università Bocconi di Milano; dal 2012 è docente di Storia dell'arte contemporanea presso il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna.


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