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Arte guarda arte
La citazione, intesa come sguardo e prelevamento operato da un artista su opere d'arte o frammenti di esse, che giungono a noi come forme già codificate dalla storia dell'arte, percorre l'arte contemporanea, dalle avanguardie fino ad oggi. Tocca trasversalmente i diversi linguaggi della ricerca visiva: dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema e alla videoarte. Le pratiche della citazione non sono dunque riconducibili alla cultura del postmoderno, tra "differenza e ripetizione", sono i differenziali formali e temporali che compaiono nelle opere che guardano ad altre opere, a interrompere il corso della rappresentazione e a rivelare i rapporti, dichiarati o adombrati, tra ciò che è stato preso a prestito e la sua rivisitazione. Assunta nel Novecento come operazione critica di scarto linguistico, la citazione appare intrinsecamente legata a un procedimento concettuale, là dove l'arte, in una dinamica intermediale, riflette su se stessa, si decostruisce per manifestarsi in nuove forme, anche popolari, come i re-enactment o i flash-mob.
Uno dei capitoli più interessanti del volume Arte guarda Arte di Lucilla
Meloni, recentemente pubblicato da Postmedia, è proprio dedicato
a queste singolari rivisitazioni, lette in chiave problematica
nello sterminato ambito della citazione e della copia, della desacralizzazione
nell'arte contemporanea. La trattazione della docente di
Storia dell'Arte Contemporanea all'Accademia di Carrara tende a
considerare il citazionismo come sguardo e prelevamento operato
dall'artista su forme, contenuti o su frammenti di opera. Scarti linguistici
informano le nuove soluzioni, sempre possibili in quanto innestate
su una codificazione necessaria al riconoscimento e
all'attualizzazione dell'immagine di partenza. |
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