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introduzione

art power



Going Public
Scrivere d'arte in chiave non estetica

Boris Groys


postmedia books 2013
112 pp.
isbn 9788874900954
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s 14,00

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Se tutto al mondo può essere considerato fonte di esperienza estetica, suggerisce Boris Groys, allora l'arte non ha più una posizione privilegiata. Piuttosto, l'arte si frappone tra il soggetto e il mondo, e qualsiasi discorso estetico utilizzato per legittimare l'arte deve anche necessariamente ridimensionarla. Boris Groys ridiscute le chiavi interpretative dell'arte approndendo alcuni temi già trattati in Art Power e raccogliendo in Going Public alcuni saggi pubblicati su e-flux Journal nei quali cerca di districare le tensioni tipo artista<>spettatore e creatore<> spettatore, presentando le pratiche artistiche come argomento pubblico, rivolte alla società e non esclusivamente ad un mondo dell'arte vittima di troppa auto-referenzialità.


INTRODUZIONE: POETICA VERSUS ESTETICA
Argomento principale dei saggi raccolti in questo volume è l'arte. Fin dall'inizio della modernità – ossia dell'epoca in cui continuiamo a vivere – qualsiasi discorso intorno all'arte è confluito puntualmente in una più generale teorizzazione estetica. In particolare, per chiunque abbia scritto di arte in seguito alla Critica del Giudizio di Kant (1790), è stato quanto mai difficile sottrarsi alla grande tradizione della riflessione estetica, la stessa che ha continuato a fornire aspettative e criteri in base ai quali giudicare tali fughe. Ma è proprio questo l'obiettivo che mi prefiggo negli scritti che seguono: scrivere di arte in chiave non estetica. Con ciò non intendo sviluppare una sorta di anti-estetica, che poi altro non sarebbe se non una forma più specifica di estetica. In realtà, i miei saggi eludono l'estetica in ogni sua variante e orientamento, per avvalersi di una prospettiva diversa: la poetica. Prima di descrivere l'approccio poetico, vorrei però illustrare i motivi per cui tendo ad evitare quello estetico tradizionale.
Oggi si chiede invece all'artista di occuparsi degli argomenti di interesse pubblico, in quanto la platea democratica cerca nell'arte la rappresentazione di temi, dibattiti politici, aspirazioni sociali e problemi che lo tocchino quotidianamente. La politicizzazione dell'arte diviene così l'antidoto all'approccio puramente estetico di chi dall'arte esige soltanto bellezza. Ma in realtà politicizzazione ed estetizzazione possono procedere di pari passo, fin tanto che le si osserva dalla prospettiva dello spettatore/consumatore.



monast


 



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Boris Groys nasce nel 1947 a Berlino (nell'allora DDR), studia filosofia e matematica all'Università di Leningrado e si laurea in filosofia all'Università di Muenster. Ha insegnato e Storia dell'Arte e Teoria dei Media allo ZKM di Karlsruhe e alla New York University. I suoi studi sono diventati conosciuti prima nel mondo tedesco per le sue analisi sull'arte e la cultura sovietica a confronto con l'ideologia comunista nell'arco del XX sec. Tra le ultime traduzioni italiane dei libri di Boris Groys segnaliamo: Il sospetto. Per una fenomenologia dei media, Art power e Introduzione all'antifilosofia.