artscape






















01. Prologo

Artscape è un termine che cerca di sintetizzare l’idea di un intervento sul paesaggio mediato da un approccio artistico. In arte, nella scultura come nella musica non si tratta di riprodurre o di inventare delle forme, ma di captare delle forze. L’architettura oltre a captarle deve anche organizzarle.


02. Spazi da scoprire

Il confine tra arte ed architettura è sempre più sfocato. Tra artisti ed architetti cominciano ad instaurarsi confronti e condivisione di esperienze sul ruolo e sul significato del paesaggio. Mentre l’arte ha lasciato i musei cercando la partecipazione di osservatori sempre più interessati a viverla, da parte sua l’architettura definisce il territorio pubblico e inizia ad essere vissuta come oggetto: entrambe riflettono la situazione complessa del pensiero contemporaneo riaffrontando la questione del linguaggio e del rapporto con il contesto dove le singole opere vanno ad inserirsi.



03. Ridefinire lo spazio del territorio

(...) oggi si può cercare la complessità nell’evoluzione diretta di questa forma degenerativa, che non è paesaggio e non è architettura - sicuramente non è scultura - ma si trova logicamente (ed evidentemente) negli spazi che viviamo nel quotidiano. Non si tratta di una nuova categoria, ma della consapevolezza di quello che oggi è facilmente definito come spazio dell’abitare. Il "campo allargato" individuato dalla Krauss continua ad estendersi tramite la contaminazione e la complessità.



04. Quando l’arte diventa paesaggio

Qui ben si comprende come l’arte si debba fondere con il paesaggio per diventare uno spunto di riflessione, di coinvolgimento, di contatto con un luogo. L’arte come sistema ecologico, quindi. Un sistema che può riconfigurare qualsiasi progetto di territorio, sempre che quest’ultimo (fondandosi sulla valorizzazione delle identità dei luoghi e delle culture dell’abitare) recuperi la sapienza ambientale perduta, i valori estetici dello spazio pubblico... Gli spazi così creati definiscono prima di tutto un paesaggio capace di condizionare e influenzare l’osservatore: il paesaggio diventa memoria di chi lo vive e strumento da usare nella valutazione e nella ricerca di uno spazio fisico architettonico.


05. Arte + Architettura + Contesto

Nell’ambito della scultura la grande rottura non fu data dalla perdita del piedistallo, come sosteneva Rosalind Krauss, ma dall’uscita dagli studi. All’esterno, infatti, gli scultori trovarono una nuova dimensione spaziale: un contesto che assunse un’importanza strategica perché entrò a far parte di un processo. L’arte cominciò finalmente a dipendere dal paesaggio che la circondava e imparò a dialogare con questo contesto, allo stesso modo dell’architettura. Oggi, invece...


06. Il paesaggio in trasformazione

L’Artscape è il medium innovativo che può dislocare gli aspetti più convenzionali di una società e, allo stesso tempo, riorganizzarli. Perché ciò avvenga il paesaggio non va concepito come oggetto o scena, ma come sistema attivo direttamente collegato all’azione. L’Artscape enfatizza l’attività del progettare e l’effetto del costruire il paesaggio relazionandolo al tempo. L’architettura deve cominciare ad usare i metodi dell’arte in modo più consapevole, attraverso un sistema referenziale diretto.


07. Programmare la superficie nel paesaggio contemporaneo

Artisti e architetti operano sulle superfici, considerandole non solo come una tessitura visiva, ma anche come topografie mutabili con uno spessore variabile... Se l’architettura del paesaggio è stata finora insegnata solo come un'arte di “ritocco”, un miglioramento di secondaria importanza rispetto agli edifici e alla pianificazione urbana, oggi invece si trova ad ricoprire un ruolo più rilevante e attivo nell’affrontare quelle tematiche regionali ed ecologiche con cui la società si trova a far fronte – tematiche come insediamento, tempo e metodo.


08. Quando l’arte definisce un sistema sociale

Se il paesaggio contemporaneo è il luogo in cui arte e architettura si scambiano reciprocamente idee, concetti e suggestioni, allora è necessario che attraverso l’arte si riesca a delimitare un campo in cui i fruitori possano comprendere l’importanza del lavoro di chi progetta lo spazio per vivere. Di conseguenza l’architettura restituisce all’arte il campo arricchito dal valore della negoziazione tra soggetto e oggetto.
Questa negoziazione investe più campi: il sociale, il corpo e la geografia dei luoghi, l’interdisciplinarietà e lo scambio di ruoli è una prassi della produzione contemporanea.


xx. Comprendere e costruire lo spazio fisico
postfazione di Gianni Pettena

Le origini delle ricerche sullo spazio degli anni Sessanta e la loro definizione teorica e strutturale sono tuttora presenti e non rese obsolete dalle fasi sperimentali contempora-nee, anche se in realtà tra le sperimentazioni di quel tempo e l’oggi non si sono ancora costruiti colle-gamenti di causa ed effetto sufficientemente elaborati. La tensione ideologica e la dedizione alla ricerca, l’ansia di rinnovamento di strumenti e discipline, la speranza in una non ‘amministrazione’ dei risultati acquisiti e la disinteressata, completa dedizione a ricerche sperimentali disciplinari, sono oggi scomparse. Le aspirazioni degli ingenui operatori degli anni Sessanta erano quelle di rinnovare il campo disciplinare a immagine del più generale rinnovamento culturale in atto ; l’ideologia giocava ruoli determinanti e i diversi linguaggi visivi messi a punto indicavano la molteplicità di direzioni di ricerca, la assoluta disponibilità ad inglobare qualsiasi suggerimento, in qualsiasi maniera espresso, proveniente da altre arti o da altre condizioni creative e di ricerca. Anche se oggi dalla ricerca architettonica sono assenti quella tensione ideologica e quel rigore concettuale che diedero struttura e contenuto non solo al radicale, ma anche alle feno-menologie land, conceptual, o funk, essi non vanno certamente riproposti quale vincolo alla libertà ritrovata dell’eclettismo sperimentale contemporaneo ma piuttosto rivisitati in termini critici, di studio e informazione. Non è igno-rando il dibattito e le storiche relazioni tra architettura e arti visive, ma risolvendo il confronto, reggendolo, che c’è speranza per lo sviluppo di una ricerca non spezzata in due tronconi. L’uno, quello dell’architettura, che ha scoperto di avere la possibilità di sperimentare progettualmente in tutta libertà e ripercorrere, senza aver storicizzato, itinerari già percorsi e risolti nella più recente ricerca delle arti visive. L’altro, quello della ricerca artistica che ormai da anni, e su molti piani, si occupa e ricerca strumenti, e approfondisce problemati-che nel campo dello spazio e dell’ambiente.





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