Flash Art n.244

postmedia



Flash Art
n.244
febbraio-marzo 2004
pag. 81
Postmedia Books in un'intervista con Elena Molinaro

di Sonia Campagnola



Quando è nata Postmedia e l'idea di una casa editrice?

Postmedia è nata nel 1996 - da un'idea di Gianni Romano - come magazine on line con l'intenzione di proporre in Rete immagini di artisti emergenti e dare informazioni su mostre e novità librarie. Nel 2002 Postmedia è diventata una casa editrice specializzata in cultura visiva, un argomento di cui si parla molto, ma sul quale esistono pochi testi di riferimento nel nostro paese.

Quali legami ci sono col magazine on line postmedia.net?
Postmedia.net si occupa prevalentemente di arte contemporanea con qualche fuga verso dinamiche culturali attuali (vedi gli speciali su "no logo", "design low tech " e "arte e società"). I libri di Postmedia, invece, propongono prevalentemente saggistica su argomenti anche difficili, magari destinati a non diventare bestseller, ma dei quali si sente la necessità sia in ambito accademico che tra gli addetti ai lavori.

Avete una rete di consulenti alla quale vi appoggiate?
Si, certo, per quanto riguarda le traduzioni e la grafica, ma per i contenuti ci fidiamo delle competenze degli autori e delle innumerevoli conversazioni che accompagnano la costruzione di ogni titolo.

Quanti libri pubblicate in un anno in media? Avete progetti che esulano dalla pubblicazione di libri... per esempio libri d'artista o multipli?
Pubblichiamo una decina di libri all'anno. Libri d'artista e multipli sono già realizzati da altri e ci allontanerebbero da quella ricerca culturale che invece è la principale missione di Postmedia. E' molto difficile vendere libri in un paese che si è arreso alla tele-visione. Ma lo stesso termine "postmedia" significa qualcosa in ambito teorico e su questo concetto hanno già scritto quelli di "Mediamatic", Lev Manovich, Rosalind Krauss e Jose Luis Brea.

Vendete anche tramite Internet?
Si, basta andare sul sito (www.postmediabooks.it) e compilare un email. In effetti lo consideriamo un servizio per il lettore, piu' che un'ulteriore occasione di vendita, perché ci permette di raggiungere anche lettori che non ci conoscono o che abitano in zone meno servite dalla distribuzione.

Non realizzate cataloghi: una scelta coraggiosa, che restringe immediatamente il campo d'azione e di vendita. È una scelta precisa?
In effetti ne abbiamo realizzati alcuni, ma è vero che ci teniamo a selezionare i contenuti che devono potersi inserire nella nostra linea editoriale. Ad esempio, "La generazione delle immagini" di Roberto Pinto completa in qualche modo - dando voce agli artisti - la proposta teorica del libro di Hal Foster. La necessità di una selezione, dunque, non la definerei tanto una scelta coraggiosa , ma una volontà di mantenere l'identità editoriale, mentre di solito il museo tende a trattare la casa editrice come un tipografo al quale consegnare qualunque materiale.

Progetti per il futuro?
"Toyo Ito. Istruzioni per l'uso", un particolare approccio al lavoro dell'architetto della Mediateca di Sendai. "Index Architecture" un vero e proprio archivio dell'architettura contemporanea - a cura di Bernard Tschumi - organizzato per temi e concetti, un libro prezioso per chiunque sia interessato alla contemporaneità a 360 gradi. A febbraio uscirà la biografia di Damien Hirst, che in Inghilterra è uscita da Faber con il titolo "On the Way to Work", un libro inaspettato nel quale l'artista confessa con sincerità estrema come ha fatto a scardinare il sistema dell'arte, ma anche la storia degli ultimi quindici anni di arte contemporanea - con tanto di nomi e cognomi - raccontati da un punto di vista personale. Un libro nel quale molti appassionati d'arte si riconosceranno.