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Milan. An Alternative Guide
Milano. Guida Alternativa
di Ozmo+Abbominevole


postmedia artist+production 2005
160 pp.
-- 152 illustrazioni bn
isbn 88-7490-025-2

testi in italiano e inglese
tiratura limitata/limited edition


16,60
  esaurito _ sold out
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Il libro - prevalentemente fotografico - racconta i due anni di lavoro della collaborazione tra gli artisti Ozmo e Abbominevole e resta l'unica documentazione della loro attività. A metà tra street art e arte pubblica, la documentazione fotografica degli interventi urbani di Ozmo+Abbominevole ci illustra anche una Milano ben diversa dall'immagine di efficienza alla quale ci hanno abituato i media. Milano sembra una grande periferia, spesso in progress, altre volte è una Milano antica con strade ed edifici destinati ad essere abbattuti per far largo al rinnovamento urbano di intere aree. In questo breve periodo Ozmo+Abbominevole sono stati capaci di filtrare la strategia tipica dell’intervento sul campo con un linguaggio di translazione caratteristico dell’arte contemporanea. "White Space Reduced", la seconda parte del libro, racconta per immagini il lavoro svolto nel maggio del 2005 in occasione della loro prima personale a Pietrasanta. L’intervento degli artisti, grazie all’ampia vetrina fronte strada, trasforma la galleria in una strada con interventi murali, poster e collage, riportando nel bellissimo spazio rinascimentale della piazza della cittadina toscana tutto l’immaginario pop e i riferimenti al mondo dell’arte e dello spettacolo tipico del loro lavoro.

 

 

 
La collaborazione tra Ozmo (Gionata Gesi, nato a Pontedera nel 1975) e Abbominevole (Oliver D’Auria, nato a Legnano nel 1979) è nata tre anni fa a Milano. Entrambi gli artisti hanno continuato a coltivare i propri interessi personali (pittura, grafica, street art, v-jaying), e spesso firmano in coppia i progetti che li vedono protagonisti delle strade milanesi. In breve tempo Ozmo & Abbominevole hanno colpito l’attenzione dei media, delle riviste di moda, di tramissioni TV, che li hanno presto inseriti in quel fenomeno di costume giovanile etichettato "street-art" che privilegia l’azione per strada piuttosto che l’intervento tra le mura degli spazi istituzionali.


   
 
 
 
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