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VIII Premio Lissone Design

a cura di Francesca Guerisoli e Anty Pansera

postmedia books 2022
144 pp. 76 ill. a colori
formato 170x240mm 
isbn 9788874903344

 

s 22,00

prevendita online
 
 
   

Il Premio Lissone Design, iniziativa a cadenza biennale del Comune di Lissone, giunge nel 2022 alla sua VIII edizione, con un concorso su invito e una mostra curata da Francesca Guerisoli e Anty Pansera. Sono messe in scena le case history di dieci tra studi di progettazione e designer che, nel loro insieme, ben rappresentano il furniture e complemento d'arredo che si ritrovano nei laboratori e nelle industrie che ancora operano in Brianza. Per l'VIII Premio Lissone Design gli studi si rappresentano attraverso due proposte: la prima significativa del proprio percorso progettuale; la seconda riferita a un "mobile che non c'è", prototipato per l'occasione o descritto attraverso disegni, rendering, fotografie o video che, in un'ottica di ricerca, risponde alle profonde trasformazioni degli habitat domestici degli ultimi anni. Ilaria Marelli per "Dieci storie di design" e Carlo Trevisani per "Il mobile che non c'è" sono i due vincitori di questa edizione, selezionati dalla giuria composta da Michele Cuomo, Raimonda Rissini, Marco Sammicheli.

VIII Premio Lissone Design:

Studio Bartoli Design / Matteo Di Ciommo / Patrizia Di Costanzo e Paolo Pallucco / Massimo Farinatti / gumdesign / Giorgio Gurioli / Ilaria Marelli / Elena Salmistraro / Marta Sansoni / Carlo Trevisani

Un ritorno al passato per proiettarsi nel futuro: l'VIII Premio Lissone Design, che mi vede coinvolta da Francesca Guerisoli, neodirettore di un museo con un'interessante ed articolata storia, vuole riproporsi come una riflessione anche sulle competenze di un territorio - e dello storico triangolo SeLiDe -, che non ha perso, a tutt'oggi, una sua attrattiva, non solo nazionale. Si è allora scelto di mettere in scena le case history di dieci studi di progettazione che, nel loro insieme, paiono ben poter rappresentare - ieri e per domani -, quel furniture e complemento d'arredo che rientrano nel fare che ritroviamo nei laboratori/industrie ancora operanti in Brianza. Progettiste e progettisti che in alcuni casi operano "a nome proprio", differenti le generazioni d'appartenenza e la formazione; le modalità metodologiche e realizzative non analoghe; la grammatica e sintassi compositiva; o "insieme": coppie di lavoro a quattro mani, a volte in ruoli inaspettati. Si è chiesto loro di rappresentarsi con un progetto/prodotto che, a tutt'oggi, ritengono significante nel loro percorso progettuale – e di motivarlo –, ma di proporre anche "un mobile che non c'è", nell'ottica della ricerca e della particolare attualità che stiamo vivendo e che, a buon diritto, potrebbe inserirsi in quell'habitat domestico che sta subendo profonde trasformazioni, d'uso e dimensioni, tenendo conto, eventualmente, di altre preesistenze domestiche. (Anty Pansera)

Ciò che emerge dai pezzi dell'VIII Premio Lissone Design è un panorama variegato. La sezione "Dieci storie di design" ci immerge nel vissuto progettuale di ogni designer, sia grazie ai pezzi presentati sia con la narrazione che si dipana attraverso le loro parole. Ogni oggetto, infatti, è accompagnato da un racconto personale. Poter ascoltare anche ciò che non si può desumere dalla contemplazione dell'oggetto perché ne sta al di fuori pur essendone parte integrante e generativa, è un valore aggiunto che ci porta in un "dietro le quinte". Ogni designer ci racconta in mostra il motivo della scelta ricaduta proprio su quel pezzo tra tutti quelli possibili realizzati nell'arco della sua attività. Ne emerge un racconto polifonico, "dieci storie di design" che si articolano al Primo Piano del MAC, tra sedute, lampade, specchi, arredo bagno, ecc. (Francesca Guerisoli)

 

 

 

 

 

 

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I vincitori dell'VIII Premio Lissone Design

Vincitore Sezione "Dieci storie di design"

Ilaria Marelli, Ara (2003) La lampada Ara interpreta con grande eleganza formale le tecnologie costruttive e illuminotecniche, riuscendo a condensare in un oggetto di notevole rigore compositivo richiami culturali alle elaborazioni costruttiviste e, insieme, riflessioni sulla sostenibilità delle tecnologie usate, nonché sulla natura percettiva e interattiva degli oggetti luminosi.

Vincitore Sezione "Il mobile che non c'è"
Carlo Trevisani, Colombano (2022) Il mobile Colombano richiama il tema contemporaneo della mutevolezza degli spazi, della flessibilità dei luoghi in cui si lavora e si trascorre il tempo libero, rafforzata dalle recenti vicende pandemiche. Lo fa attraverso l'immaginazione di un oggetto che definisce uno spazio illusorio attraverso il ritmo di una struttura leggera e avvolgente, usando con maestria la versatilità del materiale ed offrendo così lo spunto per un rinnovamento del comparto produttivo.

Menzione speciale Sezione "Dieci storie di design"

Giorgio Gurioli, Hara (2002) La seduta Hara mostra una grande capacità di modellare una superficie continua, reinterpretando, senza limitarla, la funzione della seduta. Inoltre, si sottolinea il riferimento alle ricerche formali del panorama internazionale del design degli anni '50 e '60, aggiungendo qualità realizzativa nell'impiego del materiale plastico.

Menzione speciale Sezione "Il mobile che non c'è" Patrizia Di Costanzo e Paolo Pallucco, Annalou e la fata verde (1993-2022) Annalou e la fata verde è meritevole della menzione speciale per le sue caratteristiche compositive e strutturali che reinventano geometrie capaci di riconfigurare l'interno di una forma volumetrica primaria e di conquistare spazi tridimensionali sorprendenti, anche attraverso un sapiente uso dei materiali.

 

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