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Mirella Bentivoglio
Mirella Bentivoglio è stata un artista, poetessa e performer che ha operato nell'ambito delle poetiche verbo-visuali occupandosi sia di poesia concreta che di poesia visiva come critico e artista, con le sue composizioni di parole e immagini, collage e grafiche. Mirella Bentivoglio ha anche curato numerose iniziative di arte al femminile in Italia e all'estero, tra cui la mostra di ottanta donne Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale nell'ambito della 37a Biennale di Venezia (1978). Ha pubblicato poesie in volume per Scheiwiller nel 1943 e monografie e saggi in Italia e all'estero (Francia, Stati Uniti, Paesi Bassi, Germania), editi, tra gli altri, da Fabbri, Mazzotta, Eidos. Nel 2011 l'artista ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al "Mart" (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto). Il libro accompagna l'omonima mostra al Museo Stazione dell'Arte di Ulassai (dal 25/9 - al 5/12/2021) e all'Istituto Italiano di Cultura di Atene in collaborazione con Gramma_Epsilon Gallery (dal 8/3 – al 10/5/2022). Con saggi in italiano e inglese di Rosaria Abate, Davide Mariani e Rosanna Ruscio. L'intera vicenda artistica di Mirella Bentivoglio può essere ben raffigurata attraverso l'azione, tanto concettuale quanto materiale, del "rompere" per "costruire" o "ri-costruire". Sarà questa attitudine, infatti, a definirne la poetica e il pensiero critico. Durante il suo lungo percorso creativo, l'artista ha, di fatto, "rotto" parole, espressioni, schemi e concezioni, con l'intento non solo di dare forma a nuove visioni e interpretazioni ma, soprattutto, di svelare il senso profondo della natura e della cultura.
Quel "rompere", Bentivoglio, lo intende come la metafora di una frattura da cui trapelano inediti significati, capaci di andare al di là delle apparenze per mostrare la reale essenza delle cose.
Le origini del suo operare, come è stato più volte segnalato, sono riconducibili a Marcel Duchamp, a Man Ray, al dadaismo ma anche e soprattutto al futurismo, aspetto quest'ultimo confermato dalla stessa artista in un'intervista rilasciata in tarda età. Il senso della rappresentazione in stretto rapporto con gli spazi all'aperto, l'attenzione al valore antropologico del rapporto uomo e natura, erano aspetti d'una ricerca largamente praticata negli anni Settanta. In Europa e anche in Italia, c'erano artisti e collettivi che operavano nel sociale e sul territorio, negli spazi della natura, costituendo una rete di presenze attive e vitali alla quale Mirella Bentivoglio rispondeva proponendo la sua poetica complessa e individuale. Senza cedere alle facili suggestioni, l'artista aveva elaborato uno stile personalissimo che corrispondeva alla sua complessa visione delle cose, dove ogni singolo elemento si legava ad un altro condizionando e restando condizionato. Così, anche la scelta della città come luogo in cui far vivere l'opera diventava l'occasione per ribadire la potenzialità, congetturale e plurima racchiusa entro ogni cosa. "Il monumento occidentale è il feticcio del potere e l'emblema occulto della paura: celebra la morte, e ha un significato univoco- scriveva nel 1983- io cerco invece di realizzare strutture pubbliche che stabiliscano rapporti col contesto etnico e spaziale dando luogo a metafore aperte". Mirella Bentivoglio was born to Italian parents in Klagenfurt (Austria) in 1922. She had a multilingual upbringing in German-speaking Switzerland and in England, where she obtained her Diploma in Proficiency in English. She began writing and publishing poetry in Italian and in English when she was young, (edited by Scheiwiller and Vallecchi, and edited by Giorgio Caproni, Italo Defeo, Mario Praz). She then found her vocation for expression in language and image, and joined the international neo avant-garde verbo-visual artistic movements of the second half of the 20thcentury and became one of its main protagonists. In 1968, she qualified as a lecturer in Aesthetics and History of Art in the Italian Academies.
She began her experimental work in Concrete Poetry, Visual Poetry and Visual Writing. In the 1960s she began her personal style of Object Poetry, in the 1970s she began experimenting with performances, Action Poetry, Environment Poetry and the insertion of symbolic structures with a linguistic matrix into public spaces...
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postmedia books |
Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 28 marzo 1922 – Roma, 23 marzo 2017), poetessa, artista e critica: ha avuto un ruolo decisivo nel campo dell'arte contemporanea. Con il suo lavoro è stata protagonista del mondo della ricerca verbo-visuale italiana e internazionale. Nata a Klagenfurt nel 1922 ricevette un'educazione plurilingue nella Svizzera tedesca e in Inghilterra. Ha rappresentato inoltre un punto di riferimento culturale come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all'arte femminile, tra le quali Materializzazione del linguaggio allestita nel 1978 per la Biennale di Venezia. As a poet, artist and critic, Mirella Bentivoglio played a key role in contemporary art. Her work made an impact not only in the world of verbo-visual research in Italy, but also internationally. Born in Klagenfurt in 1922, she had a bilingual upbringing, in German-speaking Switzerland and in England. As curator and a strong supporter of all-women art shows, her expertise was often sought for exhibitions, one of which, amongst many, was Materialization of Language at the 1978 Venice Biennial. |
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a cura di Paolo Cortese e Davide Mariani | Mirella Bentivoglio. L'altra faccia della luna | Postmedia Books 2022