Paolo Gioli
To Gioli, the Polaroid is a universe in which he can investigate the material and chromatic layerings of an image, as chemical reactions are themselves ever changing. Over time he has written about Polaroid in many ways. At times he defines it as "an extremely delicate epidermis, "icono-photography" (...) a wet incunabulum of modern history (...). Nella prima metà degli anni Ottanta Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942) dedica una serie di opere ad alcuni pittori del Rinascimento (dal Pollaiolo a Cranach, da Signorelli a Mantegna, da Piero della Francesca a Dürer, da Caravaggio a Raffaello a Donatello). Utilizza a questo scopo la Polaroid, declinata nei suoi molteplici e inattesi aspetti materici e cromatici. La Polaroid infatti, nota soprattutto per il suo attraente effetto di unicità-istantaneità, presenta una grande versatilità tecnica e una complessità chimica profonda e quasi misteriosa. Gioli ne è stato il più importante e sensibile sperimentatore dagli anni Settanta fino a oggi, e i motivi della eccezionale interpretazione da lui data a questo medium sono non pochi: esordisce infatti negli anni Sessanta come pittore; alla pittura e al disegno affianca successivamente la litografia e la serigrafia; sposta poi l'attenzione sul cinema e sulla fotografia. Il suo lavoro si muove dunque da una disciplina all'altra e procede nel tempo in base a rimandi, riflessioni, contaminazioni. In questo percorso la Polaroid si è rivelata un materiale particolarmente duttile e adatto a mettere in evidenza le profonde stratificazioni storiche e linguistiche presenti nell'immagine tecnologica contemporanea. Gioli penetra nei dinamismi che generano ogni volta l'immagine e li reinventa, per quanto riguarda sia la tecnica, sia la visione, sia il pensiero, trovando nel materiale Polaroid uno straordinario laboratorio per l'elaborazione del suo immaginario, che si è sviluppato nel tempo attorno ai grandi temi del corpo, femminile e maschile, del volto, affrontato nel ritratto e, spesso, nell'autoritratto, e, in misura minore, della natura morta. Il ciclo dedicato ai pittori rappresenta sostanzialmente una riflessione sul volto, una sorta di studio sull'identità, una indagine all'indietro, oltre che una forma di omaggio. Nell'opera di Paolo Gioli la riflessione sulla storia dell'arte è infatti un elemento continuamente presente. Non propriamente un "citazionista" e non esattamente sintonizzato sulla sensibilità postmoderna (molto importante resta per lui la lezione delle avanguardie), Gioli ama però talvolta ripescare, rivitalizzare e indirizzare a nuovi significati immagini già esistite nel vocabolario di altri artisti, ponendosi così in stretto dialogo con la grande comunità virtuale dei protagonisti dell'arte ed esprimendo la consapevolezza di appartenervi.
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Formato Kindle
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postmedia books | Catalogo dell'omonima mostra al Museo Poldi Pezzoli, |
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